Intervista a Luigi Politano, editore della Round Robin e titolare – assieme ad Eleonora Pellegrini – de La libreria del Viaggiatore di Roma, un Polaris Point che continua la tradizione della Libreria con lo stesso nome che era sull’altro lato di Via del Pellegrino e che è stata per anni il punto di riferimento di tutti i viaggiatori romani e non solo.
A cura di Anna Maspero
Entriamo insieme nella Libreria del Viaggiatore, aperta dal 2014 nel centro di Roma. Ci accoglie Luigi Politano, il titolare che ha raccolto il testimone della storica Libreria del Viaggiatore.
Dal tuo osservatorio privilegiato, puoi dirci in poche parole come sono cambiati i viaggiatori, i modi (e le mode) di viaggiare di oggi rispetto a quelli del recente passato?
Per me questa è un’esperienza tutta nuova, un viaggio di scoperta. Posso dire però che i viaggiatori di oggi non sono molto diversi dai viaggiatori del passato. Quel senso della “ricerca” resta in tutti coloro che decidono di partire. Magari non in cerca di paradisi perduti, ma certamente alla scoperta di angoli del mondo che affascinano e a cui spesso diamo un senso tutto personale. Introspettivo, ludico, spirituale o avventuroso, un viaggio ti segna, nel bene e nel male. Ci sono modi di viaggiare molto diversi tra loro, quello si. E credo che sia questo un punto fondamentale per capire “il profilo” del viaggiatore. Tenendo conto che si può anche viaggiare con budget limitati, l’importante è solo dedicarsi del tempo. Perché viaggiare è dedicare del tempo a se stessi e alla conoscenza e questo rende le persone migliori.
Immagino tu condivida l’affermazione di Tiziano Terzani secondo cui “i migliori compagni di viaggio sono i libri”…
Nella maniera più assoluta. Ma vi consiglio anche di provare a leggere assieme ai vostri compagni di viaggio in carne e ossa, o magari assieme a qualcuno incontrato per caso, dei brani che raccontino il luogo da visitare. La suggestione che provoca un libro è un viaggio a se stante. È come perdersi tra i vicoli di una città vecchia, ogni angolo ti racconta una storia e, come direbbe il buon Long John Silver, “tutte le storie possono essere belle, ma dipende sempre da come le racconti”. Per cui il maestrale che soffia su Marsiglia non sarà più lo stesso dopo aver letto Izzo, e le acque del Nord appariranno più calde dopo aver incontrato le pagine di Björn Larsson.
Quali sono le qualità essenziali di un buon libro di viaggio?
Non esistono qualità essenziali, esistono dei libri che ti coinvolgono spesso travolgendoti. E ci sono libri che ti annoiano dopo dieci pagine. Dipende molto dai lettori, non dalle letture. Ma ovviamente esistono libri e scrittori capaci di trascinarti in un viaggio formidabile. Per me, ad esempio, la descrizione dei luoghi non può prescindere dalle storie e dai racconti di ciò che in quei luoghi è accaduto. Ma quella credo sia propensione tutta personale anche rispetto al mio vissuto e alle mie passioni. Faccio il giornalista da anni, raccontare e ascoltare storie è la cosa che mi affascina di più e che mi ha portato un po’ in giro per il mondo.
È importante scegliere non solo una buona guida ma “la guida giusta”, quella cioè più adatta a un certo viaggio e a un certo tipo di viaggiatore. Come orientarsi in un’offerta così vasta, per non viaggiare tutti con la stessa guida lungo gli stessi percorsi?
Credo che sia lo stesso discorso di cui sopra. Non esiste una guida migliore di una altra. Esistono viaggi differenti – e non parlo dei luoghi ma del modo di viaggiare – per cui si sentirà la necessità di una guida differente. Per chi ha pochi giorni una guida pratica ed essenziale di cosa, quando e dove. E per chi di tempo ne ha un po’ di più – anche prima di partire – e gli piace conoscere oltre che osservare, allora viaggia certamente con una guida Polaris.
Perché affiancare altre letture a una guida?
Perché senza spezie non c’è zuppa che riesca.
Alcuni autori e alcuni titoli, classici o novità, che consiglieresti a nomadi o stanziali, per riflettere sul viaggio e sul mondo.
Se rileggi l’intervista forse ho già risposto. Direi certamente Izzò e la sua trilogia noir su Marsiglia – che sono un appassionato del genere forse si era capito… – però non prima di aver letto “marinai perduti”, sempre dello stesso autore. Paul Auster con un’altra trilogia, quella su New York. Terzani, perché ci ricorda sempre chi siamo e soprattutto mostra la semplicità delle cose in un viaggio lungo tutto una vita. Tabucchi che racconta Lisbona attraverso Pessoa, a me lo hanno letto ed è stata una bellissima esperienza. E, come classico, il più bel viaggio che si possa desiderare, “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson.
LIBRERIA DEL VIAGGIATORE
Via del Pellegrino 165 00186 Roma
Tel. 06 8350 3490
www.libreriadelviaggiatore.net
La libreria del viaggiatore è come la sala d’attesa prima di prendere quel treno. Come una vecchia stazione in una città dell’est Europa. Un non luogo in cui progettare “il viaggio” o da cui farlo iniziare, anche senza sapere bene la meta. Se esiste un libro che possa raccontare la storia di un luogo, qui lo troverete. Ma bisogna sapersi prendere il giusto tempo. Magari seduti comodamente di fianco allo scaffale dell’angolo di mondo da attraversare, assaporando un the alla menta. Il nostro viaggio inizia da qui. Come un vascello che dall’isola di Tortuga solca i mari del sud in cerca di avventura e ricchezze. E il vero tesoro è proprio il viaggio e i suoi racconti.