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Maldindia, perché non puoi farne a meno

maldindiaUna recensione a firma di Marì Alberione del libro Maldindia di Pierpaolo di Nardo.

«Tornare in India. Ancora una volta dopo tante volte. Come se l’India fosse qualcosa che si può lasciare. L’essere stato via è come aver vissuto in un tempo sospeso, un tempo-non tempo: perché una volta che hai l’India dentro non puoi più farne a meno». A scrivere queste parole è Pierpaolo Di Nardo, uno che l’India la conosce bene visto che ci ha vissuto e ha fatto oltre 60 viaggi da solo o accompagnando gruppi di viaggiatori (giusto dieci anni fa anche con duellanti – la versione 2.0 di duel – sulle tracce dei set di Bollywood). Oltre a essere l’autore di due guide sull’India (India del Nord: 330 milioni di dei e un popolo solo e India del Sud: nella terra degli dei, entrambe pubblicate per Polaris), Di Nardo è anche un raccontastorie e ha girato l’Italia con uno spettacolo che racconta il suo amore per l’India, attraverso foto, filmati, appunti, musiche. Le storie dello spettacolo teatrale sono adesso raccolte in un libro che si intitola Maldindia. Perché non puoi più farne a meno (Polaris, € 13). Diviso in quattro parti: Real India, Metropolis, Paesaggi e L’India che verrà, offre spunti inediti per avvicinarsi a un mondo dalla storia millenaria, ricco di contrasti e diversità e fa entrare il lettore dentro un modo di vivere lontano anni luce da quello a cui siamo abituati, in un universo che affascina e segna in maniera indelebile (come ricordano anche le citazioni in apertura di alcuni capitoli, che vanno da Hermann Hesse a Alberto Moravia, a Giorgio Manganelli e naturalmente Pier Paolo Pasolini). Per continuare la lettura della recensione clicca qui.

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