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Intervista a Massimo Bocale e Piera Borghetti

Qualche domanda per conoscerti meglio… Hai un tuo ‘luogo dell’anima’ Raccontati in una battuta e qualche riga…

Sono un uomo semplice e affabile che ha sempre avuto il coraggio di entusiasmarsi anche per le piccole cose. Sono un viaggiatore con molti anni di esperienza alle spalle che deve il suo “successo” alla capacità di adattarsi ai diversi ambienti incontrati e di trasformare situazioni in apparenza sfavorevoli in nuove opportunità. Sono una persona che non subisce il proprio destino, ma agisce in esso, scegliendo sempre di misurarsi in nuovi campi.

Un buon motivo per viaggiare.

Io viaggio per conoscere le storie e gli stili di vita di altri popoli, per gustare le meraviglie naturali del mondo ma, soprattutto, per evadere dalle nostre frenetiche attività occidentali.

Il tuo mondo: quali sono i tuoi luoghi dell’anima?

Mi affascinano le zone selvagge e aride dell’Africa abitate da fieri pastori, mi suggestionano le alte montagne andine e himalayane, e i deserti, nonostante la loro asprezza, mi emozionano sempre; queste terre bellissime mi hanno in pratica stregato e con il passare degli anni questa strana “malattia” mi spinge ciclicamente a ripartire per il sud del mondo.
Foto: Bhutan © Massimo Bocale

Il tuo modo di viaggiare: mezzi, tempi, compagni…

Per visitare quei territori senza tempo, senz’alberi o senza città, abitate magari da tribù bellicose, organizzo delle vere spedizioni con mezzi adeguati e, per ridurre i costi, scelgo con cura i compagni di viaggio. Durante la stesura dei libri Piera ed io preferiamo viaggiare soli per muoverci liberamente accompagnati spesso e secondo le necessità da esperte guide, giornalisti, archeologi o antropologi.

Gli autori e i libri di viaggio che ami di più.

Piero Verni – Mustang ultimo Tibet Tiziano Terzani – Mustang, un viaggio Claudio Tomatis – Il mare di Giada Tim Severin – Il viaggio del Brendano Fosco Maraini – Segreto Tibet

Da viaggiatore cosmopolita e appassionato di mondo quale sei, hai scritto guide su Paesi di ben tre continenti, dall’Africa all’Asia al Sudamerica. Quali sono stati i Paesi più difficili da capire e da raccontare?

Il Tibet, per la difficoltà nel comprendere il buddhismo.

L’emozione più grande nella stesura delle tue guide.

I ricordi e le sensazioni che riaffiorano tutte le volte che osservo le immagini o rileggo gli appunti presi durante il viaggio; sembra di riviverlo.

Il momento più difficile nella scrittura delle tue guide.

La preparazione e i preliminari sono i momenti più complessi. Mi spiego meglio: prima di scrivere un testo metto in ordine e catalogo le immagini quindi sistemo e interpreto gli appunti presi da Piera e, infine, se occorre consulto le carte geografiche militari e leggo i libri acquistati in luogo. Infine con Piera creo una regia che abbia un senso logico e piacevole.
Foto: Etiopia © Massimo Bocale

Tre buoni motivi per viaggiare in Africa, Asia e Sudamerica.

Per studiare e assaporare l’attaccamento alle tradizioni che ha congelato nei secoli i popoli e le società che s’incontrano in questi continenti. Questa specie di “ibernazione” ha fatto arrivare fino a noi villaggi che sembrano musei viventi e popoli che, sebbene siano costretti a un confronto continuo con i modelli esibiti dai media e dai turisti stranieri, mantengono vivi i costumi e le tradizioni del passato. Certi viaggi permettono di realizzare uno dei sogni più affascinanti, andare a vedere il passato, dal vero.

A chi invece sconsiglieresti un viaggio in Africa o, Asia o Sudamerica?

A chi ama solo gli arrivismi mondani e le luci artificiose proposte dall’occidente.

Quali sono gli elementi più importanti per fare di un viaggio un buon viaggio?

“La natura, la storia e l’etnografia” È lo slogan che utilizzammo al WWF negli anni ’90, quando organizzammo una serie d’incontri e proiezioni culturali annuali con il patrocinio del Comune di Milano e vari sponsor e associazioni. In breve: un viaggio diventa veramente interessante se il territorio che andiamo a visitare contiene questi elementi.
Foto: Kenya © Massimo Bocale

Perché scegliere le guide Polaris?

Per il semplice motivo che sono state scritte da veri viaggiatori che raccontano oltre alle tradizioni, ai costumi e la storia dei luoghi visitati anche le emozioni, gli incontri vissuti sul campo. Credo che l’entusiasmo, il gusto di vivere l’avventura e la curiosità siano i sentimenti comuni che caratterizzano gli autori Polaris.

Un consiglio da viaggiatore a viaggiatore…

Quando sei in viaggio, devi dimenticarti chi sei; solo così puoi entrare, senza pregiudizi, in sintonia con tutte quelle persone che conservano orgogliosamente nelle credenze e soprattutto nelle pratiche religiose la propria ancestrale cultura.