Intervista a Gianluca Solinas autore della guida Thailandia pubblicata da Polaris
Raccontati in una battuta e qualche riga…
Non è semplice raccontarsi, soprattutto per chi è abituato a raccontare gli altri e per gli altri. Il mestiere di giornalista aiuta perché l’abitudine al racconto è giornaliera ma, per quanto riguarda i viaggi, i meccanismi sono differenti. La curiosità credo sia ciò che mi connota al meglio, così come una certa insofferenza verso la stupidità umana. Credo infatti che la cosa più triste sia osservare le potenzialità della razza umana e vedere le stesse disattese quotidianamente. Questo mi rende poco fiducioso nel futuro ed ipercritico verso il presente ma, proprio per questo, ancora pieno di speranza nel buon senso e nella semplicità che certi luoghi, certe persone ancora trasmettono.
Un buon motivo per viaggiare.
Credo che ognuno abbia il proprio motivo per il quale un giorno si alza e decide di partire. Il mio, come credo quello di molti, cambia a seconda dello stato d’animo e del momento, da ragazzo viaggiavo alla ricerca del divertimento, della condivisione di avventure più o meno folli insieme agli amici, oggi sono più attratto dalle diversità, dalle contraddizioni, dai differenti modi di affrontare le sfide della vita. Credo profondamente che la conoscenza sia l’unico collante in grado di fare dell’uomo qualcosa di migliore, si può cominciare viaggiando con la fantasia e quando poi si decide di partire, cercare di portarla con sé e ritrovarla nei luoghi che si visitano, in modo da arricchirsi ogni giorno, senza porsi limiti.
Il tuo mondo: quali sono i tuoi luoghi dell’anima?
Non posso esimermi dal citare i luoghi che fanno parte della mia vita: sono nato alla Spezia e credo ancora oggi che la provincia spezzina, anzi, quella zona che anticamente veniva definita “Spedia” e che comprende anche la Lunigiana, insieme alle perle del Golfo dei Poeti, Lerici e Portovenere, alle meravigliose Cinque Terre ed alle valli del fiume Vara e del Magra, sia una delle zone più belle del mondo sotto ogni punto di vista. Nel sud est asiatico ho trovato luoghi che mi piace definire “casa”, luoghi nei quali ti ritrovi a tuo agio senza un motivo apparente. Ricordo cittadine come Nan o Lampang, nel nord della Thailandia, che offrono sensazioni uniche, ma anche alcuni scorci di Bangkok, stranamente l’unica metropoli al mondo che non mi mette ansia, oppure la bellezza incontaminata del parco nazionale di Khao Sok, dove un enorme lago artificiale consente l’esplorazione della foresta pluviale più antica del pianeta. Oppure alcune spiagge deserte del sud, dove sembra che la natura, il mare, gli animali le piante, siano li proprio per te, per donarti sensazioni uniche e irripetibili.
Il tuo modo di viaggiare: mezzi, tempi, compagni…
Da ragazzo viaggiavo in compagnia. Oggi viaggio molto da solo. Ho il terrore del volo ma giocoforza ogni volta mi faccio violenza e salgo sulle macchine volanti, ripromettendomi ad ogni turbolenza di non mettervi mai più piede, e ogni volta smentendo me stesso. Adoro il mare, sono un marinaio e se potessi viaggerei in barca a vela ovunque, comunque preferisco i mezzi propri, dove sono io a decidere tempi e luoghi senza costrizioni. In Asia normalmente uso treni e bus per gli spostamenti perché sono abbastanza comodi e economici. Solitamente viaggiando uso un sistema che mi consente un certo grado di libertà e contemporaneamente offre anche garanzie: se ad esempio sono a Bangkok e devo recarmi a Chiang Mai a circa 800 km di distanza, prenoto solo la sistemazione finale a distanza di sette/dieci giorni. In questo modo conosco la destinazione e so che li mi aspettano le comodità che desidero ma il tempo del viaggio lo occupo girovagando a caso, trovando ospitalità dove capita, senza meta, spesso perdendomi (anche se oggi è molto difficile vista la tecnologia disponibile) e cercando di vivere persone e luoghi meglio che posso. Quando mi fermo in un posto il noleggio di scooter o barche rappresenta l’opzione migliore per me.
Gli autori e i libri di viaggio che ami di più.
Sembrerà strano ma il libro che mi ha fatto conoscere la Thailandia è “Bangkok” di Lawrence Osborne, un romanzo strepitoso che mi ha offerto anche molti spunti di viaggio. Ritrovare alcuni dei luoghi descritti dall’autore infatti è stato sempre molto divertente. Poi naturalmente i classici come In Patagonia di Chatwin, Kon-Tiki di Heyerdahl, On the road di Kerouak e l’ultimamente riscoperto Festa Mobile di Hemingway, solo per citarne alcuni, fra i più moderni direi Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, di Pirsig, e poi molti altri, fra i quali mi piace molto citare Giorni memorabili di Michael Cunningham, anche se solo in alcune parti racconta di viaggi fisici ma è davvero un capolavoro di scrittura.
Perché hai scelto di scrivere un a guida sulla Thailandia?
Durante uno dei miei viaggi avevo scritto un pezzo su Bangkok da presentare ad una rivista specializzata ed autorevole, il pezzo era piaciuto molto ma alla fine è risultato troppo esteso per la pubblicazione e non se ne è fatto più nulla. A volte però le delusioni riservano sorprese e, come recita l’adagio “chiusa una porta si apre un portone”, ho conosciuto Daniele Bosi, “deus ex machina” di Polaris il quale, dopo aver letto il pezzo, mi ha detto che era lo stile di scrittura adatto alla sua casa editrice. Cosi è stato naturale iniziare a scrivere della Thailandia raccontandola dal mio punto di vista ed il risultato è oggi una guida narrata, adatta a chi vuole approfondire la conoscenza di un paese fantastico ma anche a chi ama leggere e viaggiare con la fantasia.
L’emozione più grande e il momento più difficile nella scrittura della tua guida.
Di emozioni è fatto lo spirito del viaggiatore, gli incontri, i paesaggi che ti tolgono il fiato, le atmosfere. Forse quella che ricordo con più entusiasmo è quella trascorsa in compagnia dei “Sea gipsy” o Chaw leer, conosciuti in tutto il mar delle Andamane come zingari del mare, popolazioni senza patria, difficili da censire, che vivono sulle migliaia di isolette sparse per le coste orientali dell’Oceano Indiano e che offrono l’occasione di vivere davvero immersi nella natura (o di fare una nuotata in compagnia di uno squalo balena). Anche l’incontro con persone eccezionali fortunatamente lascia il segno ed all’interno della guida non mancano le descrizioni di quei momenti straordinari per me. Il momento difficile, per quanto mi riguarda è lo stesso atto di scrivere cercando la coerenza e l’onestà: avere la responsabilità di descrivere un paese, una cultura antica, lontani anni luce dai nostri canoni è una cosa che mi terrorizza. Spero solo di aver dato un contributo originale e godibile alla conoscenza di culture e paesi diversi.
Cosa ti affascina maggiormente della Thailandia?
Beh, facile, la Thailandia affascina proprio per ogni aspetto, per ogni sfumatura. Mi sono presto reso conto che da occidentale non potrò mai, penetrare completamente la profondità della cultura asiatica, troppo diversa e troppo complessa. Comunque permeabile e affascinante. Faccio un esempio: oltre alla letteratura, l’arte e la musica che mi hanno sempre appassionato, stranamente anche le materie scientifiche fanno parte del bagaglio di interessi che mi accompagna. Appassionato di astronomia, di astrofisica e fisica delle particelle, ho capito da molto tempo che il fascino delle scoperte non sta nelle risposte ma nelle domande ulteriori che le risposte trovate permettono di fare. Nei miei viaggi trovo le stesse sensazioni e in Thailandia ogni cosa che si scopre fa intravedere un mondo nuovo di domande e curiosità da soddisfare, non ci si annoia mai.
Tre buoni motivi per viaggiare in Thailandia?
Viaggiare fa bene all’anima. Se tutti viaggiassero con la mente aperta e disponibile forse il mondo sarebbe migliore. Ciò detto in particolare la Thailandia offre davvero una gamma di interessi infinita. A parte il fatto di essere un paese molto sicuro (ovviamente parlo del paese intero e non dei luoghi destinati al turismo di massa/sessuale che presentano i problemi di ogni altro luogo simile al mondo), anche e soprattutto per viaggiatrici sole. La sicurezza è garantita dall’animo thai, gentile ed accogliente, educato e disponibile. I sorrisi per i quali è famosa hanno dietro una filosofia di vita che non è solo merito del buddhismo ma anche dell’indole pacifica propria dei thailandesi.
A chi sconsiglieresti un viaggio in Thailandia?
A chi si comporta da cafone. A chi non si adatta agli usi e costumi dei luoghi che visita. A chi non sa cosa sia il rispetto. A chi cerca solo sesso facile. Per il resto anche se la Thailandia non è molto attrezzata per quanto riguarda l’assistenza ai disabili, la disponibilità è ovunque diffusa e non ho mai incontrato problemi. La Thailandia è un paradiso per viaggiatori, viaggiatrici, per chi ama la cultura, per chi ama la natura, per chi ama la pace, il divertimento, la spensieratezza ed i sorrisi la mattina presto.
Elementi per un viaggio perfetto in Thailandia.
Scegliere un volo, partire con poco bagaglio (la Thailandia offre convenienti possibilità di acquisto), avere una (anche vaga) idea di dove si sta andando e… perdersi. I thailandesi credono fermamente che mostrare rabbia, ira, urlare, litigare, deformi il viso e metta in mostra le peggiori qualità dell’uomo, “perdere la faccia” in questi modi è considerato grave, quindi sorridere e parlare con calma risolve di solito qualsiasi questione. Non mancare di rispetto a nessuno, in particolare alla famiglia reale (il re Bhumipol è morto da poco ma questo non toglie nulla anzi semmai acuisce l’amore viscerale per il sovrano da parte del popolo thai. Non toccare la testa a nessuno nemmeno ai bambini (la testa è privata e personale non si tocca), evitate di toccare qualcuno con i piedi o le scarpe (sono la parte meno nobile del corpo e il contatto non è gradito), entrate nei templi e nelle abitazioni solo se vi siete tolti le calzature. Rispettate l’inno nazionale quando viene trasmesso nei luoghi pubblici. Non fatevi mancare il cibo di strada, è il migliore che possiate trovare. Fate offerte di cibo ai monaci al mattino presto, (se siete donne evitate per rispetto al voto di castità, di porgere le offerte direttamente al monaco e chiedete ad un maschio di offrirle al posto vostro) ed attendete la benedizione con le mani giunte, anche se non siete buddhisti vi farà iniziare la giornata con un bel gesto. Se siete invitati in casa a mangiare ricordatevi di offrirvi di contribuire acquistando cibo insieme a loro e ricordatevi che la condivisione è alla base del pasto thailandese. Tutto il resto viene da sé.
Tre libri in valigia per un viaggio in Thailandia?
Quelli dipendono dai propri gusti, oggi come oggi basta uno smartphone per avere tutti i libri che si desiderano a portata di clic. Certo che la guida Thailandia della Polaris nello zaino sarebbe proprio utile…
Perché scegliere la tua guida Polaris per un viaggio in Thailandia?
Beh… perché e diversa dalle altre, è una guida narrata come ho già detto. Dentro non troverete indicazioni di luoghi dove mangiare o dormire, piuttosto che cosa mangiare, oppure le malizie del viaggiatore per scegliere sistemazioni o trasporti in modo intelligente e personalizzato. Luoghi non pubblicizzati, al di fuori dei circuiti turistici, oppure piccoli trucchi per evitare la massa e godersi angoli di paradiso in pace, senza doverli condividere con folle di turisti vocianti.
Un consiglio da viaggiatore a viaggiatore…
Parti, adesso. Porta con te occhi e orecchie per vedere ed ascoltare, cuore per sentire, anima per condividere, sorrisi per incontrare. Mi pare semplice no?