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Alla scoperta dei vini dell’ Argentina (2)

bodega tacama peruA cura di Francesco Antonelli, autore di Divino Andino

State per partire per l’  Argentina e volete abbinare al vostro viaggio alcune visite nelle migliori regioni vinicole della nazione? Vi riporto alcuni suggerimenti tratti dal mio romanzo “Divino Andino – viaggi e assaggi all’ombra della Cordigliera” edito da Polaris, a cui vi rimando per ulteriori suggestioni sperando di rendere più “inebriante” la vostra esperienza di viaggio in Sud America. 

(continua da post dell’8 agosto)

Percorsi ulteriori 500 chilometri e superata la provincia di San Juan, ci si avvicina alla vera mecca del vino argentino capace di assolvere a circa l’80% della produzione vinicola nazionale: Mendoza. Se parli di vino in Argentina parli per forza di Mendoza ed è proprio per questo che lo sport preferito da tutti i turisti è… visitare cantine vinicole ad oltranza! Le due denominazioni principali che sorgono a poca distanza dalla città di Mendoza sono Maipù e Lujan de Cuyo. Ma come raggiungerle? Escluderei categoricamente le classiche visite guidate promosse dalle agenzie della zona, perché sono rivolte più che altro a un pubblico poco esigente, che si accontenta di una mezza giornata “mordi e fuggi” tra vigneti qualsiasi, non sono di qualità ma hanno il vantaggio di essere totalmente organizzate. Potrebbe essere interessante noleggiare una macchina  ma in questo caso occorre considerare che le distanze sono sempre vaste e inoltre ci si sposta lungo percorsi anche complessi, quindi per sicurezza l’auto sarebbe da affittare con conducente per evitare inutili perdite di tempo ma a quel punto la cifra potrebbe diventare veramente alta. Esiste un terzo servizio che è una via di mezzo fra questi due appena citati che si chiama “bus vitivinicola”; un percorso fisso sul quale girano diversi autobus privati di color vinaccia e che tocca le cantine più importanti; le fermate cittadine sono tutte nelle centrali Plaza Independencia e Calle Rivadavia. L’ultima alternativa rimane solo una: il buon vecchio autobus extraurbano. Con la linea 151 si raggiunge il distretto di Coquimbito all’inizio del dipartimento di Maipù.

Da qui si possono noleggiare per una giornata delle biciclette e percorrere la chilometrica Calle Urquiza, ai lati della quale sorgono le cantine più antiche della nazione; le più interessanti La Rural-Rutini Wines, Trapiche, Tempus Alba, e Bodega Carinae.

Con la linea 16,17 o 19 invece si percorrono i 20 km per raggiungere Lujan de Cuyo storica denominazione argentina, la prima ad aver ricevuto nel 1989 Doc per il Malbec, vitigno simbolo dell’enologia argentina, di cui racconterò a breve. Il percorso verso Lujan è un lungo rettilineo su una strada contornata di alti ombrosi platani che ricordano in un certo senso un paesaggio italiano. Ai bordi della strada invece scorrono dei canali che convogliano l’acqua di disgelo direttamente dalle Ande. E’ questa importante riserva idrica che ha reso la zona molto sviluppata da un punto di vista agricolo; la canalizzazione risale al periodo precolombiano.

Qui mi son fermato a visitare la prestigiosa e centenaria cantina di Luigi Bosca (San Martín 2044, 5507 Luján de Cuyo, Mendoza) e fare alcuni assaggi. Tra questi ricordo un Malbec molto interessante Terroir Los Miradores che proviene da un’altra zona molto vocata e gettonata a quanto risulta dai recenti investimenti stranieri nel settore, la Valle di Uco in specifico da Tunuyan. Il Malbec è un’ uva straordinaria che viene da Bordeaux dove è sempre stato relegato a vino minore da taglio bordolese; troppo sbilanciato e difficile da vinificare, con tannini eccessivamente intensi. Quando la fillossera distrusse le viti europee, la Francia si accorse che gli unici esemplari di Malbec sopravvivevano in Argentina e a loro dovettero chiederli per ripristinarli, per questo gli argentini oggi considerano la Malbec una vite autoctona. Scoprirono che quest’uva si adattava perfettamente alla regione mendocina, dando un vino completamente diverso da quello scorbutico francese, con tannini più soffici e un gusto più intenso e concentrato, migliorato generalmente da un lungo passaggio in botte piccola che tuttavia non appare spesso troppo marcato. Questo Malbec Los Miradores appare di colore molto intenso, scuro; al naso prima frutti rossi e neri maturi e poi balsamico e fichi caramellati, in bocca soffice, corposo nel finale e molto persistente. La visita è interessante anche per la sperimentazione che questa cantina sta portando avanti sull’utilizzo del rovere, a fianco dei francesi e americani, stanno trovando spazio anche prodotti russi e cinesi.

Chi desidera proseguire con le degustazioni, a poche centinaia di metri trova Bodega Lagarde altro nome storico, presente dal 1897. Per chi invece desidera volare su tutte le possibili espressioni enologiche argentine, restando comodamente seduto al tavolo e dialogando con sommelier professionisti, invece può andare da Vines of Mendoza (Avenida Belgrano 1194 – Mendoza) la Tasting Room cittadina di una struttura presente nella valle di Uco con circa 600 ettari di vigneti e l’ambizioso progetto di rendere qualunque privato un winemaker professionista, acquistando una quota di azienda (e di terra) e partecipando alla produzione. All’assaggio propongono diversi percorsi con i migliori vini argentini, interpretati secondo diverse declinazioni: in base al territorio, in base al vitigno. Io ho provato il “Volo sulla Valle di Uco” un territorio che non ho potuto visitare ma che mi ha incuriosito molto. Tra i vini in assaggio ho apprezzato il Marcelo Pelleriti Malbec Riserva un prodotto che a mio avviso è una sintesi di tutti gli aspetti positivi del Malbec argentino.

La ruta 40 continua ancora più a Sud addentrandosi nei territori freddi e umidi della Patagonia. In questa zona le due località più vocate sono le provincie di Rio Negro e di Neuquèn, dove si trova Bodega Fin del Mundo (località San Patricio del Chañar), una cantina dal nome molto rappresentativo… Come nel Nord abbiamo trovato il Torrontes e nella centrale Mendoza la massima espressione del Malbec, in queste provincie ventose e con grande sbalzo termico, troviamo un buon adattamento di vitigni come Pinot Nero e Merlot tra i rossi, tra i bianchi, Sauvignon, Semillon e Chardonnay.

 

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