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Shanghai: armonia degli opposti

Il trapasso del mattatoio 1933 sembra riunire in sé la vitalità di Xintiandi e l’atmosfera artistica di Tianzifang, due quartieri di tendenza di Shanghai. Nei pressi del palazzo in stile europeo nella concessione internazionale, dove il primo luglio 1921 nasceva il partito comunista cinese, oggi sorge un quartiere pedonale simbolo del miracolo economico cinese: Xintiandi, caratterizzato da ristoranti, caffè, negozi e molte abitazioni in pietra in tipico stile architettonico cinese, detti shikumen, restaurati ed adibiti alle più svariate attività commerciali e culturali alla moda.

Piercarlo Panozzo, di padre italiano e madre cinese, gestisce qui il XiXi Bistrò, situato in un angolo autentico, trovandosi su un secondo e terzo piano e nascosto dalla massa di visitatori. Xixi è un personaggio inventato, una donna che invita gli amici ad assaggiare una cucina cinese rivisitata da ingredienti e metodi di cottura europei in un contesto di salotto.“Xixi è un’estensione dello stile francese ‘Chinoiseries’. I Francesi colonizzarono la città di Shanghai agli inizi del ventesimo secolo portando molta cultura europea, sia culinaria sia architettonica. Con Xixi abbiamo ricreato ciò che poteva essere una villa, un salotto del periodo, in un contesto moderno con un design attuale.  L’esperienza di vivere a Shanghai ha i suoi pro e contro. La città ti premia e ti punisce. Bisogna sempre stare sull’attenti e non fermarsi mai. Tuttavia si prova una forte sensazione di far parte di un momento storico difficilmente ripetibile altrove. Sembra veramente di stare al centro del mondo.”

La zona preferita di Piercarlo è situata nella parte sud-orientale della città, nei distretti di Luwan e Xuhui: l’ex concessione francese. Passeggiando tra Julu Road e Huaihai Road, le due strade che cingono la zona a nord e a sud, si incontra una serie di bar con i tavolini all’aperto, eleganti ristoranti che offrono cucina fusion, boutique che vendono abiti trendy e accessori griffati. Ma, volendone respirare la vera atmosfera, è necessario lasciare i viali più trafficati per vagare senza una meta precisa, tra alberi secolari, edifici di mattoni scuri e ville che erano un tempo abitate dai coloni francesi. Tianzifang è il cuore artistico della concessione francese. Costruito negli anni ’30, questo quartiere ha rischiato di essere demolito nel 2005, quando invece è cominciata la sua fama. Combinati tra elementi architettonici tipici dell’estetica occidentale e di quella cinese degli shikumen, ci sono scuole d’arte e musei, come il museo del vetro Liuli. Tianzifang si affaccia sulla Taikang Road, un groviglio labirintico di cavi elettrici e stretti vicoli che ospitano boutique, caffé, gallerie d’arte, negozi artigianali dove è possibile trovare originali souvenir, ma anche sartorie di giovani stilisti locali, art studio, e rivendite di prodotti tipici cinesi.

Soprannominata la “Venezia di Shanghai”, Zhujiajiao, nel distretto di Qingpu, a una cinquantina di chilometri dal centro della metropoli, è un tipico villaggio sull’acqua della Cina meridionale. Presenta un labirinto di corsi d’acqua e vicoli intersecati da antichi ponti in pietra e oltre un migliaio di edifici risalenti alle dinastie Ming e Qing. Nella tranquilla cittadina i residenti trascorrono la loro vita lungo i canali dove ancora oggi lavano vestiti e verdure. In fondo alle stradine si vedono numerose abitazioni con un cortile interno in cui risiedono diverse famiglie insieme. Gli abitanti sono ospitali e amichevoli, lasciano entrare volentieri i visitatori a sbirciare i graziosi giardini. Molti registi della televisione e del cinema sono rimasti affascinati dallo splendido scenario che ben si adatta a film ambientati nell’antica Cina. Una volta a settimana, anche qui, il moderno abbraccia perfettamente il passato, esprimendosi in una spettacolare creativa performance di musica contemporanea con strumenti tradizionali, in cui l’acqua è al centro dello stage di Water Heavens, del noto compositore Tan Dun.

Il tempo si ferma in uno spazio in cui il sacro incontra il non convenzionale. “Un giorno, camminando lungo la riva del fiume a Zhujiajiao, mi fermai ad ascoltare i canti dei monaci del tempio al di là del fiume … che bel momento … In quella tranquillità ebbi una visione, era come se attraverso il sacro canto ascoltassi le melodie di Bach. Al centro di questa visione c’era l’armonia tra le persone e la natura, Oriente e Occidente, che sarebbe diventata tema centrale dell’architettura e concetto musicale della Water Music Hall. Lo scorrere del fiume dentro e fuori la sala musicale, allude metaforicamente allo spazio che trascende il tempo e alla purificazione del cuore e della mente del pubblico“. Così Tan Dun descrive la sua armonia degli opposti.

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