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Ma che caldo fa!

Ma che caldo fa!

Luglio e agosto stare in città fa male. Tunisi si infiamma, le sue temperature possono arrivare fino ai 40 45 gradi. Resistere allora diventa difficile. Per chi (incauto) è arrivato in città per una vacanza, per chi ancora lavora, per chi passa di qui per raggiungere altri lidi, quale sia il caso, per tutti costoro è necessaria una soluzione. Per chi poi come me vive in un palazzo storico nella medina e vive con un tunisino (più abituato a certi climi) la giornata trascorre nel nervosismo e alla ricerca di un modo per sfuggire alla canicola.

Si potrebbe andare al mare, si ipotizza: si potrebbe, ma il trasporto è rovente, e il sabato e la domenica i lidi sono super affollati. Nelle zone popolari come La Goulette, ad esempio, le spiagge sono piene da scoppiare: di famiglie, bambini urlanti e donne non solo velate, ma vestite dalla testa ai piedi, che persino così si immergono in mare, quindi lo sfoggio di un bikini occidentale è fuori questione.

Altra idea, La Marsa: quartiere chic, belle case chiare e molto animato la sera, qui ci sono dei caffé sul lungomare, la sera la temperatura è più dolce rispetto al centro, si può finalmente respirare. L’unico problema è arrivarci: rispetto al centro città dista un’ora di macchina, su un percorso spesso molto trafficato; una volta arrivati però vale la pena, la promenade, una bella passeggiata, la gente con stile, i ristoranti (ce n’è anche uno italiano) eleganti, si mangia bene, si beve bene, ci sono bei negozi, librerie. Per un giorno o due si può fare.

Altra alternativa: trascorrere una giornata in un centro di bellezza. A Tunisi città non ci sono che hammam popolari (esperienza da provare, ma sappiate che ne uscirete stanchi e accaldati, sicuramente puliti e contenti, ma ci vuole una certa presenza di spirito e un pizzico di voglia di avventura), qualche centro estetico negli hotel a quattro stelle, ma è l’ordinario, niente di davvero speciale. Per l’eccellenza nel dominio della cura di sé, bisogna di nuovo spostarsi dal centro, a La Marsa negli hotel chic o meglio a Gammarth, altra zona elegantissima e ricca, dove pagando il giusto, si possono trovare hotel esclusivi e resort, per infine trascorrere una giornata nelle mani di una massaggiatrice e di un’estetista esperte, tuffarsi in piscine eccellenti, coperte o scoperte, e infine rinascere, più belli e più freschi.

Altra ipotesi: una giornata ad Hammamet e dintorni. Si entra per una giornata nella spiaggia di un albergo, si ha diritto ad una chaise longue con tanto di cuscini, un ombrellone di paglia, un tavolino, e molta tranquillità (tranne che nel fine settimana, quando locali e turisti “invadono” la zona, con voci e radio a tutto volume). Ci sono però altri aspetti di cui tenere conto: il sole d’estate è talmente forte che se si resta un po’ di più, nonostante crema e ombrellone, si rischia l’ustione, perciò si sfrutta la tessera giornaliera per poche ore, tra il tempo di arrivare e quello di installarsi, si arrostisce nelle ore centrali e poi è tempo di tornare. Nel positivo metto l’acqua cristallina, la sabbia bianca e sottile, un panorama che niente ha da invidiare alla nostra costa sarda. Insomma il programma Hammamet, con cautela, vale la pena.

Altre alternative per sopravvivere al solleone tunisino: uscire solo nelle ore più fresche. Che però sono poche, il mattino presto e la sera (quando, se si è fortunati, la canicola cala); per il resto si dormicchia, come dei gatti. Si legge, si scrive, si iniziano dei libri tenuti sul comodino da tempo (e in genere gustosissimi, qui si compra sempre bene, anche e soprattutto sulle bancarelle), mangiare frutta fresca, qui eccellente, e avere pazienza.

A me in questi giorni, presa da disperazione, è venuta un’idea, e la metto come ipotesi ultima, per viaggiatori/residenti creativi (e svitati). Poco propensa a spostarmi in una macchina rovente e poco amante della spiaggia, ho pensato che si potrebbe allestire sul proprio terrazzo o balcone un piccolo spazio estivo personale, con tanto di piscinotta gonfiabile e sdraio e crearsi uno spazio fresco artigianale. Un’idea un po’ folle, ma chissà, magari funziona!