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A piedi lungo la rotta storica nello Jotunheimen

Gjendebu, Memurubu, Torfinnsbu, Fondsbu. Quasi sempre nello Jotunheimen (ma anche in altri posti) i nomi dei rifugi finiscono in bu. Ed è proprio quel bu finale, spesso letto puntando il dito sulla mappa, che ci fa capire che troveremo un rifugio, un ricovero dove poter passare la notte. Alcune volte la parola termina con heim come nel caso della Gjendesheim, che si può tradurre la casa di Gjende, il rifugio posto presso l’omonimo e grande lago. Ci troviamo nella casa dei Troll, lo Jotunheimen, un Parco Nazionale dove si cammina tra versanti scoscesi di rocce scure che contrastano con il bianco delle vette innevate, immense foreste, fiumi, cascate e laghi sparsi qua e là, le cui acque vanno dal blu scuro al turchese. In mezzo a tutto questo splendore c’è la cresta delle creste, il Bessegen, alquanto lunga, il cui culmine raggiunge 1.743 metri d’altezza. Il Bessegen è ciò che ogni buon norvegese deve salire almeno una volta nella vita.

È su questa cresta che il grande drammaturgo norvegese Henrik Ibsen ha rappresentato il primo atto del suo capolavoro teatrale intitolato Peer Gynt, le cui musiche di scena furono scritte dal grande musicista norvegese Edvard Grieg. Era il 24 febbraio del 1876 quando le musiche vennero presentate per la prima volta a Christiania, l’odierna Oslo. “Hai mai veduto la cresta di Gendin? È lunga mezzo miglio e affilata come una falce. Tutt’intorno ghiacciai e precipizi; ai due lati, sotto le rupi grigie, milletrecento piedi più in basso nereggiano laghi muti e sonnolenti”. Così scriveva Ibsen; e la cresta è davvero ripida (quindi per escursionisti esperti), ma per fortuna il ripido è solo in alcuni punti. Mentre si cammina lungo questo percorso possono venire in mente (se si è letto il Peer Gynt) le parole di cui sopra che Peer diceva alla sua anziana mamma raccontandole come stesse scendendo da quella ripida cresta cavalcando una renna. Se sarete fortunati vedrete anche le renne selvatiche, magari una isolata o in gruppo su una chiazza di neve.

L’interessante escursione dura un’intera giornata (6-8 ore) e si può partire dal rifugio Gjendesheim per arrivare alla Memurubu o compierla in senso inverso. Nel secondo caso si incontreranno prima le roccette della cosiddetta cresta del Bessegen (che alcuni preferiscono fare in salita), mentre nel primo caso le roccette della cresta saranno verso la fine ed ovviamente in discesa. Il percorso è spettacolare con vista a Sud sul lago Gjendevatnet (984 m), dalle acque coloro smeraldo, e a Nord oltre il lago Bessvatnet (vatnet vuol dire lago) le cui acque sono blu scuro (1.373 m). La cresta divide i due laghi formando una naturale diga con 400 metri di dislivelloSe poi siete amanti delle escursioni da rifugio a rifugio potrete continuare il vostro cammino seguendo lo storico tracciato che consente di pernottare nei rifugi del DNT (l’associazione norvegese dei trekking). Sarà un’esperienza unica perché vi permetterà di apprezzare la cucina locale (solo al rifugio Torfinnsbu dovrete cucinarvi la cena), la cultura e la storia di questa zona.

Lo Jotunheimen (3.500 kmq) ha la più alta concentrazione di vette oltre i 2.000 metri e si può dire che quasi tutte siano raggiungibili percorrendo una facile via normale, come succede per le due più alte vette della Norvegia, che si trovano proprio in questo parco: il Galdhøpiggen di 2.469 metri e il Glittertind di 2.464 metri. È qui, nello Jotunheimen, che sono sorti i primi rifugi del DNT ed i primi alpinisti (spesso inglesi) hanno iniziato a salire sulle vette di questo gruppo montuoso. Il DNT quest’anno festeggia i 150 anni, essendo stato fondato il 21 gennaio 1868 dal banchiere e filantropo norvegese Thomas Heftye con lo scopo di “aiutare e sviluppare il turismo di questo Paese”, come descrisse il poeta e scrittore Aasmund Olavsson Vinje nel periodico Dølen (The dales-man) da lui fondato. Proprio i rifugi Memurubu e Gjendebu risalgono al 1872. Per coloro che sono allenati (le tappe non sono mai banali e neppure corte) è possibile percorrere la Gjendesheim Historical Route lungo il seguente itinerario:
1. Gjendeseheim-Memurubu passando dal Bessegen
2. Memurubu-Gjendebu
3. Gjendebu-Torfinnsbu percorrendo la Svartdalen
4. Torfinnsbu-Fondsbu
I più avventurosi potranno dormire in tenda e troveranno spazio a non finire. Per evitare di portarsi uno zaino troppo carico sulle spalle è bene approfittare del servizio di trasporto del bagaglio da un rifugio all’altro; il servizio è ottimo e viene effettuato per via lacustre, perché c’è sempre un lago presso i rifugi: il Lago di Gjende e il Lago Bygdin, dove naviga ancora il battello del 1912 perfettamente funzionante. I passaggi in battello possono essere un’utile variante in caso di bruttissimo tempo. I punti di partenza e d’arrivo sono tutti collegati.

Giunti a Fondsbu (1.065 m) non si può perdere il soggiorno nel rifugio del DNT gestito da 17 anni dalla simpatica ed entusiasta Solbjorg Kvålshaugen. È solo lei che vi può portare nella semplice baita del poeta, nonché scrittore e giornalista, Aasmund Olavsson Vinje. All’interno Solbjorg vi racconterà la storia di Vinje con un tale entusiasmo da restare contagiati e la visita terminerà con un melodioso canto da lei stessa intonato. Si vede proprio che ama questo posto e che svolge il suo lavoro con passione. Passione che trasmette anche al suo staff, che ritorna a lavorare nel rifugio ad ogni stagione.

A Fondsbu, vicino all’attracco del battello, c’è un grande memorial dedicato al poeta Aasmund Olavsson Vinje: il suo volto appare in formato gigante ed è posto nei pressi dello storico hotel Eidsbugarden risalente al 1868 e restaurato nel 2006. Se parteciperete ad un trekking di gruppo la vostra guida vi racconterà anche di altri personaggi storici come la centenaria Kaia Gjendine Slålien, le cui canzoni affascinarono anche il musicista Edvard Grieg, ed il montanaro Jo Gjende, a cui Ibsen si ispirò per creare il personaggio di Peer Gynt. Lasciatevi quindi incantare da queste montagne ed affascinare dai personaggi che le hanno popolate.

La stagione nei rifugi in Norvegia si protrae sino ad ottobre e, a discapito di giornate più corte, si godrà degli spettacolari colori autunnali della natura norvegese.