Autore di romanzi, racconti e libri di viaggio, Luis Sepúlveda non è sopravvissuto al contagio da Coronavirus. Scompare con lui un autore molto amato in Italia sia per la prolifica attività editoriale, sia per il forte impegno politico che gli costò, negli anni giovanili durante il regime di Pinochet, il carcere prima e l’esilio poi. Prima di stabilirsi in Europa (Svezia, Germania, Francia e, da ultimo, Spagna) viaggiò a lungo in America Latina appoggiando i gruppi dissidenti che combattevano i governi autoritari di quel continente. Per alcuni anni fu anche attivista di Greenpeace come membro dell’equipaggio di una nave.
Lo vogliamo ricordare con un alcune righe tratte da “Patagonia Express – Appunti dal sud del mondo”, il racconto di un viaggio inizialmente progettato insieme a Bruce Chatwin, che in quella terrà già era stato e ne aveva scritto, ma che Sepúlveda compì da solo a causa della morte dello scrittore inglese. Gli appunti di quel viaggio furono scritti su una Moleskine che Chatwin gli aveva regalato durante uno dei loro incontri e sono serviti a comporre uno dei più bei libri di viaggio che siano stati scritti, secondo solo forse a “In Patagonia”, appunto di Chatwin.
I due gringo a cui si fa riferimento sono Butch Cassidy e Sundance Kid.
“La nave si muove, punta la prua verso la Baia di Corcovado. Tra poco sarà notte e sono contento di avere abbastanza sigarette, la borraccia piena di vigoroso vino pipeño e lo stato d’animo giusto per far tesoro sul taccuino di tutto quello che vedo. Poi navigheremo nella notte australe verso la fine del mondo e, quando alla luce della Croce del Sud brinderò all’eterna salute del dannato inglese che se l’è svignata per primo, forse il vento mi porterà l’eco dei cavalli, montati da due vecchi gringo, che galoppano sul profilo incerto del litorale, in una regione così vasta e colma di avventure che non può essere toccata dalla meschina frontiera che separa la vita dalla morte.”
E ora anche lui se l’è svignata…