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L’Autopostale: breve storia della “classe gialla”

Mettetevi comodi e godetevi il panorama. E’ proprio il caso di dirlo. La classe non è acqua e gli svizzeri ci sanno veramente fare. Se su rotaia predomina il rosso della Ferrovia Retica (Patrimonio Unesco), su strada il colore giallo la fa da padrone. Un bel giallo ocra, quello dei servizi postali e quindi anche dell’AutoPostale, il servizio di bus che unisce tutta la Svizzera. Girando per questo piccolo stato alpino (grande quanto la Lombardia ed una fetta di Piemonte) vedrete spesso circolare questi bus gialli che partono dalle città e salgono verso gli alti passi, infaticabili passisti, che tornante dopo tornante trasportano i viaggiatori verso mete spettacolari. L’AutoPostale viene infatti definito “un eroe svizzero che scala passi e montagne”. Questi viaggi sono iniziati più di 100 anni fa. Bisogna quindi tornare indietro nel tempo, perché era il 1849 quando nacque AutoPostale con l’intento di creare una rete di diligenze postali circolanti nel Paese. Erano gli anni in cui i mezzi andavano con i “motori a biada” (carrozze trainate dai cavalli), mentre per i primi veicoli a motore bisogna attendere il 1906 quando parte il primo collegamento regolare postale motorizzato sulla tratta Berna-Detligen. Per ragion di cronaca il servizio di posta a cavallo venne definitivamente estinto verso il 1930. Con il passare degli anni il servizio si ampliò e si perfezionò raggiungendo più destinazioni e superando sempre valichi e montagne. Proprio nel Canton Vallese iniziò la straordinaria avventura della “classe gialla” con l’attraversamento del Passo Sempione per la prima volta nel 1919.

 

Ecco perché il 2019 fu l’anno dei festeggiamenti per il 100° anniversario delle linee di AutoPostale sul Sempione, ma anche nel Canton Grigioni. Attraverso il Sempione tantissimi anni prima transitò la diligenza della prima posta alpina che fece la sua ultima corsa nel 1954. Col tempo il servizio lungo la linea del Sempione non solo raggiunse Gondo e Iselle, ma arrivò sino a Domodossola, inizialmente solo d’estate, ma dal 2007 anche d’inverno.

Nel Canton Grigioni la storia di AutoPostale, iniziata anch’essa nel 1919, è scandita da una serie di annate che sono diventate pietre miliari della storia di questo servizio di trasporti svizzero. In questo cantone gli inizi non furono dei migliori, perché negli archivi storici si legge che i primi autopostali vennero presi a sassate da tutti coloro che avevano a che fare con i cavalli, a cominciare dai cocchieri, ma anche gli allevatori dei cavalli, i proprietari e gli addetti alle stazioni di cambio dei cavalli. Insomma, i nuovi mezzi non erano ben visti, ma alla fine diversi vantaggi ed il relativo comfort divennero così evidenti che non si poté fare a meno di apprezzare il servizio di questi bus gialli con il caratteristico logo del corno a tre suoni, il simbolo di AutoPostale.

Con il passare degli anni i veicoli si sono modernizzati. C’è qualche bus a due piani, ma anche altri di dimensioni più ridotte, gli SmartShuttle, che portano nelle valli con le strade più strette. Nella cittadina di Sion (Vallese) c’è persino una navetta autonoma, un autopostale senza conducente. Come potete constatare, in oltre cent’anni si è passati dalla diligenza postale allo SmartShuttle. Durante un giro in Svizzera sarà alquanto piacevole lasciare la città con il caratteristico bus giallo per immergersi nella natura. Io vi consiglio un viaggio spettacolare ed estremamente vario con il servizio del Palm Express le cui corse portano da Lugano a St. Moritz e viceversa.

 

Dalla quasi italiana, oserei dire, mediterranea Lugano, con il suo lago, in breve farete ingresso in Italia giungendo a Menaggio dove troverete il Lago di Como per poi risalire sino al Lago di Mezzola. Le acque sono di un blu intenso. Proseguendo oltre scoprirete la bellezza della cittadina di Chiavenna dalla quale ci si immette nella lunga Val Bregaglia, famosa per aver dato i natali alla famiglia di artisti Giacometti e per aver ispirato il pittore Giovanni Segantini. A Castasegna c’è la dogana dove farete nuovamente ingresso in Svizzera. I boschi di castagne, le granitiche pareti dei Pizzi Badile e Cengalo, i piccoli villaggi, poi un rettilineo sino a Casaccia dove presso lo storico Hotel Stampa soggiornò anche Giuseppe Garibaldi. Eccoci arrivati ai tornanti che l’autista del Palm Express prenderà senza strappi, suonando il caratteristico clacson a tre corni la cui sequenza melodica è tratta dall’ouverture dell’opera “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini. Curva dopo curva giungerete al Passo del Maloja (1815 m) che immette nell’Engadina. Un passo non passo; quasi un semplice collegamento fra due vallate che si trovano ad altezze diverse, come scriveva Annemarie Schwarzenbach. Eccoci nuovamente ai laghi: quelli di Sils, Silvaplana, sino a quello della mondana St. Moritz. Con il tempo favorevole troverete ancora quell’azzurro che avevate lasciato a Lugano ed in Italia. Il fascino del Sud abbinato all’asprezza nordica che si rivelerà ai vostri occhi partendo dalle palme di Lugano per giungere sino ai ghiacciai alpini dell’Engadina.

Daniela Pulvirenti

 

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